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concerto

Gli antichi e i moderni(1) - Gabriele Pro, violino- Matteo Rocchi, viola

  • 11/12/2021
Gli antichi e i moderni(1) - Gabriele Pro, violino- Matteo Rocchi, viola

Gli antichi e i moderni(1) - Gabriele Pro, violino- Matteo Rocchi, viola

Gabriele Pro, violino- Matteo Rocchi, viola

DISSONANZEN 2021 – BAGLIORI
Sabato 11 dicembre 2021, ore 18.30 Gli antichi e i moderni (1)
Gabriele Pro, violino
Matteo Rocchi, viola

Complesso monastico S. Maria in Gerusalemme detto “Le Trentarè”Sala Maria Lorenza Longo  

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Duo in sol maggiore K 423 
Allegro - Adagio- Rondeau: Allegro 

Maria Vittoria Agresti (1996)
Lama di luce (2021), prima esecuzione assoluta

Bohuslav Martinu (1890-1959) 
Three madrigals for violino e viola H. 313
Poco Allegro - Poco Andante - Allegro 
 


Jan Halvorsen (1864- 1935)
Passacaglia con variazioni in sol minore su un tema di George  Friedrich Händel per violino e viola dalla Suite in sol minore HWV 432 (1897) 


Con il concerto di questa sera trova spazio, all’interno della programmazione di Bagliori, quello che da sempre è una caratteristica della programmazione di Dissonanzen: il rapporto dialettico tra musica antica e musica contemporanea. Il percorso attraverso epoche diverse è affidato oggi al duo costituito da Gabriele Pro (violino) e Matteo Rocchi (viola). Questo particolarissimo organico, che però storicamente possiede un interessante repertorio, sempre in aggiornamento, è una sorta di quartetto d’archi in miniatura, una tipologia di ensemble “minimal”, in cui tuttavia risuonano alcune delle caratteristiche tipiche della più importante e nobile formazione per antonomasia che è, appunto, il quartetto.
E, certamente, tutto questo è già visibile nella gradevole scrittura del Duo in sol maggiore K. 423 per violino e viola di Mozart: di esso si sa che fu composto nell'estate del 1783 a Salisburgo, insieme all'altro Duo K. 424 per i due stessi strumenti. L'incarico di scriverli era stato dato dall'arcivescovo Geronimo a Michael Haydn, ma questi per ragioni di salute non aveva potuto mantenere l'impegno e pregò Mozart di occuparsene. Sono due pagine di breve respiro e abbastanza indicative per comprendere lo stile mozartiano, specie per la scrittura della parte per violino puntata su effetti di festosa musicalità. La scrittura dell'Adagio del Duo K. 423 rievoca quella del Divertimento per tre strumenti ad arco scritto da Mozart nel 1788. Il primo Allegro è articolato in tre temi con relativi ritornelli, mentre il Rondò è contrassegnato da una varietà di accenti melodici con mutamenti improvvisi di tonalità. A seguire il brano di Maria Vittoria Agresti, in prima esecuzione, che prosegue il ricco panorama di brani composti per il nostro festival, quest’anno ben otto in prima esecuzione. Come scrive la compositrice: “Lama di Luce fa parte di una raccolta di brani intitolata “Luce ed Ombra”, nella quale tutti sono accomunati dallo stesso concetto: due entità che esistono e coesistono. Come nel mondo fisico ci muoviamo in un'atmosfera di chiaroscuri, di colori che la luce e le tenebre tessono continuamente, così all’interno della nostra anima viviamo in uno spazio introspettivo fatto di sentimenti. Fuori vive il colore, dentro di noi le sensazioni. Nella trama compositiva del brano seguono contrasti tra queste due entità che lottano per prevalere l’una sull’altra, intermittenze tra lame di luce ed ombre sonore, fino ad arrivare ad una coesistenza che simboleggia la realtà dello spirito umano mai fatto solo di luce o solo di ombra”.Del compositore ceco naturalizzato statunitense Bohuslav Martinu apprezzeremo i Tre madrigali, che appartengono a un particolare filone dell’opera cameristica di Martinu - quella appunto dei Madrigals o della Madrigal Sonata – di cui il compositore ha lasciato esempi di scrittura per vari strumenti, anche a fiato, e in varie combinazioni. Vi si apprezza la naturale cantabilità, unita anche a uno stile virtuosistico, testimonianza dell’ottima conoscenza che Martinu aveva del violino, suo strumento di elezione.Jan Halvorsen fu uno dei più importanti compositori norvegesi tra ‘800 e ‘900. La sua visione romantica del celebre tema con variazioni tratto dalla Suite in sol minore per clavicembalo HWV 432 di Händel è testimonianza di un‘epoca e di una visione oggi forse inattuale dell’”antico”, ma certamente interessante e carica di valori musicali.