Cerca...
concerto

Un contrappunto dialettico

  • 11/11/2024
Un contrappunto dialettico

Un contrappunto dialettico

Conservatorio San Pietro a Majella, Sala Martucci

Lunedì 11 novembre ore 17.00

In una famosa intervista a Enzo Restagno, Luigi Nono raccontava del suo percorso di studi, realizzato con Gianfrancesco Malipiero e Bruno Maderna, intriso di riferimenti alla musica del Rinascimento, ai trattati cinquecenteschi di Zarlino, Gaffurio, Vicentino. Nono si era abbeverato della cultura musicale dei compositori
fiamminghi, aveva studiato dettagliatamente l’Odhecaton, la prima raccolta a stampa della storia della musica, prodotta dall’editore veneziano Ottaviano Petrucci. Il concerto di questa sera inquadra il rapporto di Nono con l’Antico, attraverso l’obiettivo costituito da una delle sue opere più famose, Contrappunto
dialettico alla mente, composto nel 1967-68. Questa composizione per nastro magnetico è da un lato profondamente connessa all’attualità politica della fine degli anni ’60, essendo sostanzialmente una denuncia della politica imperialista degli Stati Uniti, dall’altro, come si evince anche dal titolo, guarda come modello estetico-filosofico a una raccolta del primo Seicento italiano, il Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena di Adriano Banchieri, dove uno dei brani ha come titolo Contraponto bestiale alla mente. Se, da un lato, il Festino di Banchieri è opera che “mette in scena”, attraverso i suoi suoni onomatopeici animaleschi o i suoni dei venditori di strada, la vita reale, dall’altro anche l’opera di Nono utilizza
come materiali di base le voci raccolte al mercato di Rialto, i rumori di acqua della laguna e della Marangona, la campana grave di S. Marco, i suoni di lastre e tubi di mare. La volontà poetica di Nono è di realizzare un meccanismo dialettico, sfruttando il contrasto prodotto dalla combinazione degli elementi sonori
provenienti dalla realtà e gli elementi poetici e testuali (tra cui anche versi di Nanni Balestrini) cantati e rielaborati elettronicamente. Si tratta di una sorta di parodia del Festino, la cui poetica si basa sullo stesso rapporto tra materiali realistici e tratti lirici.
Nel concerto di stasera abbiamo voluto plasticamente mettere a confronto, grazie alla collaborazione della Scuola di Musica elettronica del Conservatorio e del Coro Mysterium Vocis, l’opera di Nono con le parti del Festino che hanno direttamente ispirato il pensiero compositivo di Nono. Nello stesso tempo presentiamo, in apertura, un lavoro appositamente pensato per l’occasione da tre giovani compositori elettronici - Marco Autiero, Francesco Santagata e Marco Volpicelli - ispirato alla poetica dell’opera di Nono.
Scrivono i tre autori: «Parthenópe disincantata è un’improvvisazione elettroacustica che ripropone
alcuni elementi basici del “contrappunto dialettico alla mente” ricontestualizzandoli alla realtà politico-
culturale della Napoli contemporanea. Il set trae ispirazione da alcuni capisaldi della composizione di
Nono. Da un lato, la voce e il canto, la cui possibile deviazione sul mito di Parthenópe, come metafora della città, ci ha da subito ammaliato. Dall’altro, i materiali sonori provenienti dal territorio veneziano (l’acqua che lo attraversa, il mercato del pesce di Rialto, il suono della Marangona e via dicendo) utilizzati come tramite per esplorare le questioni politiche che attraversano il lavoro. Partendo da questi presupposti, l’improvvisazione esplora la centralità della voce nella composizione di partenza e si serve di registrazioni provenienti da luoghi chiave del territorio napoletano, con l’intento di rileggere il discorso originariamente legato a Venezia. Lo scopo è quello di mettere in luce gli effetti della turistificazione sul paesaggio sonoro della città e sui suoi meccanismi economici, per aprire un confronto dialettico con i presupposti politico/estetici affrontati dal compositore».